mercoledì 3 giugno 2009

Citazione Raniero Regni


Sia Enrico che Emanuela hanno citato Raniero Regni, nostro prof. di Politiche della Formazione.

Voglio citarlo anch'io su alcuni passaggi che mi pare si sposino con il pensiero di Andreas espresso in "Coltivare le Connessioni".



(...) questa consapevolezza (del pensiero sistemico) doveva essere già
chiara con la fisica quantistica, perchè le particelle subatomiche non sono cose, ma interconnessioni fra cose. (...) Anche Internet non è una cosa, non è
un'entità e non è neanche un'organizzazione, ma è semplicemente la rete di tutti i computer interconnessi (dietro ogni computer c'è una persona). La rete delle reti richiama la rete della vita. Ogni nodo, se ingrandito, si mostra esso stesso una rete, così come accade per la trama della vita. Questo nuovo paradigma evolutivo e della complessità ci invita a pensare in termini di connessione, relazione e contesto. (...) Che la vita sia fondalmentalmente autorganizzazione a tutti i livelli, dal più semplice al più complesso; che le interazioni di un organismo vivente con il suo ambiente siano interazioni cognitive, ossia mentali, per cui vita e cognizione appaiono connesse in modo inseparabile; che il pianeta terra nella sua interezza sia un sistema vivente autorganizzantesi, appaiono oggi ipotesi affascinanti che debbono trovare un posto anche nei saperi scolastici (...).

1 commento:

  1. Concordo pienamente con te, in questo passaggio c'è molto di Andreas in Regni e viceversa; aggiungo che, come ha sottolineato anche il prof. Regni nel suo testo, è indispensabile il compito educativo della scuola perchè queste reti di relazioni globali, diventino relazioni autentiche, siano "luoghi" e dunque spazi vissuti e non rimangano semplicemente "non-luoghi", spazi fisici dove manca la relazione. Qui sta la sfida all'educazione lanciata dalla società globalizzata: stabilire, creare connessioni autentiche basate sulla cooperazione, lo scambio, la costruzione condivisa, la socializzazione, perchè l'Io al di fuori della comunità non è più libero, ma più solo.

    Danilo

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